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Agricoltura sociale, Medihospes e Diocesi di Viterbo insieme per la formazione dei migranti

 “L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo”.  È il pensiero di Nelson Mandela ad accompagnare il Progetto “Formarsi per scegliere” promosso dalla Diocesi di Viterbo nell’ambito della Campagna CEI Liberi di partire liberi di restare, realizzato dalla Medihospes con il partenariato di diverse realtà pubbliche e private.

Martedì 28 luglio, alla presenza delle autorità cittadine e religiose, il direttore del CAS Viterbo, Mario David, e i trenta migranti destinatari del progetto hanno mostrato alla cittadinanza i primi risultati del progetto: coltivazioni di alberi da frutto, verdura, ortaggi e il miele ricavato dalle api hanno cambiato fisionomia al terreno incolto messo a disposizione dall’Istituto Sostentamento Clero a Celleno.

Lo spazio diviene quindi un luogo vivo dove vari soggetti e realtà del territorio hanno avuto l’opportunità di sperimentare collaborazioni pro attive e realizzare iniziative territoriali integrate.

L’idea della Medihospes è stata infatti quella di creare delle sinergie utili a rendere l’agricoltura sociale uno strumento finalizzato a dotare i beneficiari di quegli strumenti necessari all’inclusione sul territorio, sostenendo esperienze teorico-pratiche finalizzate alla promozione di processi di integrazione concreti e sostenibili.

La cooperativa sociale L’Officina, le Associazioni Mediterranea ed Engim, partner operativi del progetto, hanno alle spalle una lunga esperienza sia nei campi dell’agricoltura e dell’impresa sociale, sia nella promozione di processi di inclusione di fasce considerate svantaggiate della popolazione. Grazie al alvoro sinergico tra il Terzo settore e le realtà istituzionali, è stato possibile raggiungere gli obiettivi prefissati con il progetto “Formarsi per scegliere”.

Filo conduttore del percorso è stato la promozione di processi di empowerment in un’ottica integrata e transculturale, ambendo dunque all’evoluzione delle attività progettuali in una realtà che possa essere strutturata, autonoma, e sostenibile, per divenire dunque un reale strumento di cambiamento a beneficio del welfare locale.

Per l’utilizzo delle fotografie tutta la Medihospes ringrazia la preziosa collaborazione di Keita Sogo.