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Sogni al tempo del Covid, nasce un sito della Medihospes per studiarli

Montagne innevate, vacanze con gli amici, lezioni a tu per tu con l’insegnante, gite scolastiche, la serenità regalata dalle coccole di un animale. Immagini che affiorano nella notte, quando la mente si abbandona e può finalmente dimenticare una realtà tanto difficile. Seguendo l’esempio di Deirdre Barret, la psicologa della Harvard Medical School che ha avviato un progetto per raccogliere i sogni degli americani in tempo di Coronavirus, la cooperativa sociale Medihospes ha creato il sito internet www.sognialtempodelcovid.org. Un diario digitale dove gli utenti possono, in maniera assolutamente anonima, descrivere i propri sogni contribuendo così alla nascita di una raccolta della memoria collettiva inconscia.
A coordinare il progetto sono gli psicologi Alessio Sangiuliano, Carla Bernardini e la sociologa Antonella Durante. Studieranno come, in un periodo tanto complesso e incerto, siano cambiati i sogni e la loro matrice, lo stato psico-fisico delle persone. In un secondo momento divulgheranno l’esito delle loro analisi perché anche questo patrimonio profondo, dato per scontato o trascurato, non vada perso.
Durante la quarantena i nostri ritmi abituali sono cambiati. I tempi si sono distesi. Sia quelli dell’angoscia dovuta a ciò che non consociamo, sia quelli dedicati alla nostra vita domestica. C’è chi dorme di più, c’è chi invece manifesta disturbi del sonno. C’è chi ha ritrovato un tempo per sé impedito precedentemente dai ritmi frenetici del lavoro.
C’è chi al contrario è smarrito nella paura per l’incertezza rispetto alla salute propria e dei propri cari, del proprio futuro. Tutti però viviamo un tempo diverso.
“Indagheremo non il mondo intimo dei sognatori, bensì la realtà sociale e istituzionale in cui vivono perché i sogni portano nel loro interno informazioni fondamentali sulla situazione del contesto sociale”, spiega Antonella Durante della cooperativa sociale Medihospes. “Sono tutti un messaggio proveniente dal nostro inconscio e raccontarli è un po’ come mettere in fila i propri pensieri: anche solo raccontare un sogno può farci stare meglio”.

UFFICIO STAMPA
Federico Maselli
3345819376
fedemaselli@gmail.com