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Logo WeWelcome, UNHCR premia la Medihospes per il terzo anno consecutivo

Logo WeWelcome, UNHCR premia la Medihospes per il terzo anno consecutivo

Per il terzo anno consecutivo la cooperativa sociale Medihospes ha ricevuto in premio dall’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, il logo Welcome per l’impegno profuso nel favorire l’inclusione nel mercato del lavoro dei richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale.

L’assegnazione del logo è parte del progetto “Welcome. Working for Refugee Integration”, arrivato alla sua quinta edizione, attraverso il quale dal 2017 a oggi sono stati attivati 22 mila percorsi professionali per rifugiati in oltre 520 aziende attive in Italia.

Nato 7 anni fa come un premio da assegnare alle imprese che assumono rifugiati, Welcome rappresenta oggi un modello vincente che mette insieme una pluralità di attori – dalle imprese, alle associazioni della società civile, dalle associazioni di categoria agli Enti Pubblici. Il modello si basa sull’incontro tra le esigenze di recruiting delle imprese e le capacità di individuazione dei profili, di orientamento e di accompagnamento al lavoro delle organizzazioni della società civile.

I numeri di Welcome raccontano la sua crescita costante e il suo impatto positivo. Dallo scorso anno a oggi, sale infatti da 107 a 167 il totale delle imprese premiate e si allarga la loro presenza sul territorio italiano (17 regioni nel 2022 vs 13 nel 2021), mentre aumenta il numero delle grandi aziende coinvolte (58 vs 35 nella scorsa edizione). Passando agli occupati, oltre a una crescita in valore assoluto (9.300 vs 6.900), va rilevato un incremento significativo della percentuale di donne inserite, che salgono dal 10% al 18%. Per quanto riguarda la tipologia di inquadramento professionale, il 93% delle persone assunte ha ottenuto un contratto a tempo determinato, mentre crescono dal 3% al 5% i contratti a tempo indeterminato. Dal punto di vista anagrafico, il 76% delle persone ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Nigeria e Pakistan si confermano i Paesi di provenienza prevalenti, mentre sono circa 400 i rifugiati ucraini inseriti.

Tra i settori delle aziende premiate, al primo posto troviamo “alloggio e ristorazione” con il 23% (vs 16% del 2021), davanti a “attività manifatturiere” al 22%, mentre sale al 7% quello delle costruzioni.  Tra i fattori che hanno determinato l’assunzione dei rifugiati, al primo posto per il 25% delle aziende c’è la scelta di un “maggiore impegno verso la comunità e verso i soggetti svantaggiati”. Il 10% delle aziende ha invece scelto di occupare i rifugiati per le loro competenze tecniche (4%) e trasversali (6%), mentre il 4% segnala “l’indisponibilità di giovani italiani per le mansioni ricercate”.

Tra i rifugiati presenti in Italia aumenta la percentuale di quanti hanno elevati livelli di istruzione e importanti esperienze professionali pregresse che ben rispondono alle esigenze delle aziende che affrontano oggi due grandi sfide: la big resignation e il mismatching del mercato del lavoro.